domenica 25 maggio 2014

Cicogna in ritardo? Quanto aspettare

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"Il nostro quinto tentativo se ne è andato, e a qualcuno questi mesi potrebbero sembrare pochissimi. Ma per me non è così. Sono giunta alla ricerca dopo averci pensato tanto, dopo anni di matrimonio, dopo che tutto era al suo posto. Credevo che i primi mesi sarei stata paziente, che avrei accettato l'attesa dell'attesa stessa e invece... ci sto male".
Le riflessioni di Eliana, la protagonista del romanzo di Emily Pigozzi "Un qualunque respiro" (Butterfly Edizioni, 2014), sono le stesse di tante donne che affrontano con comprensibile impazienza la ricerca di un figlio e ad ogni mese che passa si chiedono se sia tutto a posto o se non ci sia qualcosa che non va e se non sia il caso di chiedere aiuto, di fare dei controlli.
"Di norma si raccomanda alle coppie di aspettare un anno di tentativi infruttuosi prima di rivolgersi a uno specialista", osserva il ginecologo Carlo Flamigni, esperto di PMA. "Questo perché la specie umana non è tra le più fertili: una coppia giovane che ha rapporti mirati, ha una probabilità di concepire del 20-25% per ciascun ciclo. In concreto, però, bisogna tener conto della situazione specifica caso per caso. Se gli aspiranti genitori non sono più giovanissimi, potrebbero impiegare ben più di un anno, pur non avendo problemi, ma invitarli ad aspettare tanto prima di chiedere aiuto potrebbe significare per loro uno spreco di tempo prezioso qualora ci fosse effettivamente qualche problema da risolvere. In questo caso o se la coppia per le più svariate ragioni ha fretta di raggiungere l'obiettivo, consiglio di aspettare qualche mese e poi di cominciare a sottoporsi agli esami meno invasivi: lui all'analisi del liquido seminale, lei al dosaggio ematico del progesterone per accertare che il ciclo sia ovulatorio".
Ben diversa è la situazione se l'aspirante mamma è affetta, e sa di esserlo, da endometriosi, sindrome dell'ovaio policistico o forti irregolarità mestruali. In tal caso è opportuno un controllo anche prima di avviare la ricerca del concepimento. "La stessa accortezza vale se l'uomo soffre o ha sofferto in passato di varicocele, croptorchidismo, traumi testicolari oppure se ha avuto la parotite dopo la pubertà", avverte la ginecologa Alessandra Graziottin, che dirige il Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano.


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