venerdì 9 maggio 2014

La moxa funziona? Si sa che non si sa


David Roseborough attraverso Wikimedia Commons



La data del parto si approssima e il nascituro non vuol saperne di mettersi "in posizione". Ha la testa rivolta verso il fondo dell'utero e le gambe verso le pelvi materne. È la presentazione podalica, un'eventualità che si verifica nel 4% delle gravidanze a termine e comporta un rischio aumentato di esiti avversi del parto vaginale. Per questa ragione oggi in Italia la quasi totalità delle gravidanze con feto podalico a termine si conclude con un cesareo.
C'è modo di evitare il ricorso al bisturi, sottoponendosi alla versione cefalica per manovre esterne, un intervento del ginecologo che, manipolando dall'esterno l'addome materno, sollecita il feto a rivolgersi con la testa verso il canale del parto. La tecnica è efficace, ma comporta un rischio non trascurabile di rottura prematura delle membrane.
Poi c'è la moxibustione, o moxa. È una pratica dolce, non invasiva, assolutamente innocua, mutuata dalla medicina tradizionale cinese. Consiste nella sollecitazione, con la punta di un sigaro acceso di foglie di artemisia, del punto di agopuntura BL 67, che corrisponde all'angolo esterno dell'unghia del quinto dito del piede. La futura mamma, adeguatamente istruita, può farlo da sé a casa, con l'aiuto del suo compagno. Negli ultimi anni ha guadagnato consensi crescenti.
Funziona?
Il problema è proprio questo: non si sa.
Il Centro di documentazione sulla salute perinatale, riproduttiva e sessuale della Regione Emilia Romagna ha appena pubblicato una revisione degli studi condotti finora sull'argomento. Risultato: alcuni evidenziano una certa efficacia, altri no. Ma, soprattutto, le condizioni in cui sono stati effettuati gli studi sono troppo eterogenee per consentire una comparazione. C'è chi ha applicato la moxa due volte al giorno e chi due volte a settimana, chi per pochi minuti a seduta, chi per 60 minuti, chi alla 37° settimana, chi alla 28°, spesso a casa, in condizioni poco controllabili.
In attesa di nuovi e più solidi studi, perciò, chi decide di ricorrere al sigaro di artemisia sappia che non esiste alcuna dimostrazione scientifica della sua utilità.

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