venerdì 11 luglio 2014

Allergie alimentari dei bambini: come gestirle

Nabeel Hyatt attraverso Wikimedia Commons
Oltre 600.000 bambini italiani, tre milioni e mezzo in tutta Europa soffrono di allergie alimentari, disturbi che si possono manifestare fin dalle prime settimane di vita e che, nel 50% dei casi, si risolvono spontaneamente entro il quinto anno di età. L'altra metà dei casi è destinata invece a protrarsi più a lungo, a volte per tutta la vita. "Le allergie all'uovo e al latte vaccino sono quelle che tendono a scomparire prima, mentre quelle alle nocciole, al grano e ai pesci, molluschi e crostacei tendono a perdurare nelle età successive", spiega Roberto Bernardini, presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica.
Le allergie alimentari possono causare i sintomi più vari: orticaria, angioedema, congiuntivite, rinite, asma bronchiale, dolori addominali, diarrea, vomito, fino al collasso cardiocircolatorio e allo shock anafilattico. "La prima cosa da fare per diagnosticare correttamente il disturbo è analizzare con attenzione i sintomi per identificare un rapporto causa-effetto tra l'assunzione dell'alimento e la comparsa dei sintomi stessi", dice Bernardini. "Esami utili sono i test cutanei, l'analisi del sangue alla ricerca di molecole specifiche e i test di provocazione, cioè la somministrazione controllata dell'alimento sospetto per osservare la reazione".
Eventuali diete di esclusione dell'alimento responsabile dell'allergia devono essere indicate dal pediatra specialista in allergologia, tenendo conto delle esigenze nutritive del piccolo paziente.

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