martedì 16 dicembre 2014

Pianificare le gravidanze: un diritto di poche

DFID - UK Department for International Development
Entro il 2050 l'umanità conterà 9 miliardi e mezzo di individui, secondo le stime citate da Massimo Livio Bacci, demografo dell'Università di Firenze in un recente incontro dell'Accademia dei Lincei a Roma. "La crescita non sarà uniforme in tutti i paesi", ha spiegato Bacci. "Ci sarà stazionarietà nei paesi ricchi, un incremento del 30% nei paesi ‘meno poveri’, nelle aree in via di sviluppo, e addirittura un raddoppio nei paesi poverissimi, in gran parte nell’Africa sub-sahariana".
L'incremento produrrà più insicurezza alimentare e malnutrizione, danni all'ambiente e flussi migratori incontrollati. 
Che fare? Contenere per quanto è possibile la crescita demografica. Non certo con i fantomatici "vaccini sterilizzanti" che ONU e OMS diffonderebbero in Africa secondo una bufala che circola di questi tempi in rete, ma garantendo alle donne accesso alla pianificazione familiare per programmare, ritardare e distanziare le gravidanze. È una delle imprese che impegna maggiormente l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un'impresa tutt'altro che facile, per i suoi risvolti politici e culturali.
"Gli sforzi in questa specifica area di lavoro devono necessariamente essere inter-settoriali", spiega
Flavia Bustreo, vice direttore generale per la salute delle famiglie, delle donne e dei bambini dell'OMS, che ho intervistato alcuni mesi fa per il mensile Confronti. "Per esempio, soluzioni legislative atte ad affrontare il tema delle spose bambine possono allo stesso tempo avere un impatto sulla salute riproduttiva, nello specifico sulla riduzione delle gravidanze in età adolescenziale. È importante sottolineare che tutti questi interventi hanno come fine ultimo la tutela dei diritti dei bambini e più in generale dei diritti umani".
Non dimentichiamo, infatti, che la maternità non pianificata in questi Paesi comporta una elevatissima mortalità materna e infantile: ogni giorno nel mondo 800 donne muoiono a causa di complicanze della gravidanza o del parto e il 99% dei decessi avviene nei Paesi a basso reddito e nelle zone rurali di quelli a medio reddito, più della metà nell'Africa sub-sahariana e un terzo nel Sud-Est asiatico. E in queste due regioni avviene più del 70% dei decessi di bambini entro i primi 5 anni di vita.

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