lunedì 16 marzo 2015

Il pupo mi mangia poco!


I, Ravedave via Wikimedia Commons


Ma come fa il mio bambino a consumare tanta energia se mangia così poco? È una domanda che si pongono tanti genitori davanti al pupo che avanza la pappa nel piatto e poi corre e salta instancabile tutto il giorno.
Ce lo chiediamo soprattutto noi genitori italiani, che per cultura dedichiamo più attenzione al cibo, ma se lo chiedono, evidentemente, anche i genitori britannici, se persino il settimanale New Scientist ha dedicato alla questione una puntata della rubrica The Last Word on Energy.
Poiché anch'io mi sono posta a lungo il problema di fronte agli ostinati rifiuti di mia figlia davanti al cucchiaino, ho cercato un esperto che mi rispondesse e ho girato la domanda a Francesco Chiarelli, direttore della Clinica Pediatrica dell'Università di Chieti e presidente della Società Europea di Endocrinologia Pediatrica.
"I bambini sono portati spontaneamente a nutrirsi secondo le proprie necessità: se hanno fame mangiano, quando sono sazi smettono di mangiare", osserva Chiarelli. "Crescendo subiscono le pressioni dei genitori ansiosi, delle pubblicità delle merendine in tv, dei coetanei, e la loro capacità di autoregolarsi viene sopraffatta. Ecco perché in Italia, come del resto in tutti i Paesi ricchi, tanti bimbi sono in sovrappeso o francamente obesi. I piccoli normopeso spiccano tra tanti paffutelli e sembrano sottopeso. Mamma e papà li vedono 'così magri', si preoccupano e insistono ancora di più perché finiscano la pappa nel piatto. Il cibo che il bimbo mangia spontaneamente, senza forzature, fino a sentirsi sazio è né più né meno quello che gli occorre per soddisfare il proprio fabbisogno di energia".
Ci sono bimbi che a parità di peso e di attività fisica consumano di più e bimbi che consumano di meno? "Certamente", risponde il pediatra. "Le tabelle dei nutrizionisti, che indicano porzioni ottimali in base all'età, fanno riferimento a dei valori medi. Per esempio, un bambino di otto anni ha bisogno di circa 1.800 calorie al giorno, ma ciò non vuol dire che tutti i bambini di otto anni dovrebbero consumare esattamente 1.800 calorie al giorno. C'è quello a cui ne bastano 1.600 e quello a cui ne servono 2.000".
Quindi se un bambino che mangia poco è in buone condizioni di salute e gioca e corre instancabile tutto il giorno, vuol dire che va bene così? La sua alimentazione è adeguata? "Ci sono casi in cui un bimbo mangia pochissimo ed è sottopeso perché è malato", dice Chiarelli. "Per esempio, è quello che accade ai piccoli che hanno una celiachia non diagnosticata, oppure una malattia infiammatoria cronica dell'intestino, ma sono bambini sofferenti, che hanno anche altri sintomi. E la loro condizione non sfugge alla visita di controllo del pediatra. Se il bimbo sta bene, non lamenta sintomi ed è carico di energia, non c'è nulla di cui preoccuparsi".

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Neonati d'inverno: 8 mosse per proteggerli

Andrew Vargas viaWikimedia Commons
È arrivato il freddo e, soprattutto è arrivata la stagione delle infezioni respiratorie. La Società Italiana di Neonatologia ci ricorda che i neonati sono particolarmente vulnerabili alle complicanze delle più banali infezioni. A poche settimane di vita, un raffreddore può aprire le porte a una bronchiolite e la gastroenterite può provocare disidratazione. Maggiore attenzione richiedono i più piccoli, nati prima del termine, che hanno difese immunitarie basse perché la mamma non ha fatto in tempo a trasmettere loro i suoi anticorpi attraverso la placenta.
Ecco otto mosse suggerite dagli specialisti della SIP per proteggere i bimbi dal rischio dei malanni di stagione e dai rigori invernali.

1. Allattarli al seno. Attraverso il latte, la mamma passa al bambino le immunolobuline IgA, che proteggono il suo intestino dai batteri patogeni, e la lattoferrina, che rafforza le difese immunitarie.

2. Vaccinarsi contro l'influenza. Il bambino non può essere vaccinato prima dei 6 mesi. Se i genitori e i nonni si vaccinano, formano uno scudo protettivo intorno a lui.

3. Evitare i luoghi chiusi affollati dove è probabile entrare in contatto con persone infette.

4. Lavarsi le mani con il sapone prima di toccare il bimbo.

5. Passeggiare all'aria aperta ed esporre al sole il bambino per favorire la produzione di vitamina D, che svolge un ruolo importante nel funzionamento del sistema immunitario.

6.  All'aperto, coprire adeguatamente il neonato. Né troppo, né troppo poco. Mettergli il cappellino quando fa freddo, perché i bimbi hanno la testa grande e spesso priva di capelli che disperde facilmente il calore.

7. In casa, moderare il riscaldamento per evitare sbalzi di temperatura rispetto all'esterno e perché una stanza surriscandata è un fattore di rischio per la sindrome della morte in culla.

8. Non imporre ai più piccoli il fumo passivo: infiamma le loro vie respitatorie e favorisce infezioni e allergie.

domenica 15 marzo 2015

5 consigli contro le allergie respiratorie

Foto di Carsten Ambelas Skjøth
Ci siamo, è tornata la stagione dei pollini, la più odiata da chi soffre di rinite allergica, asma e dermatite atopica, disturbi che complessivamente riguardano il 30% dei bambini e dei ragazzi italiani, per limitarci alla sola popolazione pediatrica. Le malattie allergiche, come tutti i disturbi legati a disfunzioni del sistema immunitario, sono in vertiginoso aumento. Gli esperti calcolano che entro il 2020 ne soffrirà un bambino su due.
Andando sul pratico, che cosa si può fare per curare o quanto meno mitigare le manifestazioni allergiche?

1. "Vaccinarsi", risponde Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. "Oggi i vaccini iposensibilizzanti sono efficaci e disponibili sia nella tradizionale somministrazione sottocutanea, che per via sublinguale".

2. Consultare il proprio allergologo per impostare un'adeguata terapia farmacologica, soprattutto nella stagione dei pollini, per chi è sensibile a questo tipo di allergene.

3. Per quanto è possibile, evitare l'esposizione allo specifico allergene. "Nel caso dei pollini, evitare la campagna e preferire le vacanze in alta montagna o al mare", dice Fiocchi. "Viaggiare in macchina a finestrini chiusi, aria condizionata accesa con i filtri ben puliti. In bicicletta, moto o motorino, indossare mascherine su bocca e naso, occhiali e cappelli con visiera. Al rientro a casa, cambiarsi d'abito, fare la doccia e un lavaggio nasale".

Fonte: U.S. Air Force
4. Evitare il fumo attivo e passivo. Il fumo è il primo inquinante negli ambienti chiusi e il 49% dei fumatori dichiara di accendere la sigaretta anche in presenza di bambini. I prodotti della combustione del tabacco infiammano le vie respiratorie, soprattutto quelle dei più piccoli, e favoriscono l'insorgere di reazioni allergiche.

5. Ridurre le fonti domestiche di biossido di azoto, un prodotto dei processi di combustione. In casa viene dalle caldaie e dai fornelli accesi. Una ricerca condotta dall'Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare del CNR e pubblicata su Environmental Research ha correlato l'esposizione a concentrazioni elevate al biossido di azoto all'asma bronchiale.