Lunedì 8 settembre, alle ore 12, si è svolta la quarta conversazione digitale sul diabete organizzata dalla Sanofi nell'ambito dell'iniziativa #5azioni contro il diabete. Il titolo dell'hangout è "La ricetta della prevenzione" e si è parlato di alimentazione, con interventi di specialisti, pazienti e food blogger. Il collegamento si è svolto in diretta da Bologna, in concomitanza con il Salone Internazionale del biologico e del naturale SANA.
Chi è interessato può vedere la registrazione del filmato sul sito di 5azioni, oppure qui:
sabato 6 settembre 2014
Integratori in gravidanza: quando serve un "aiutino"?
Sul numero del 30 agosto scorso del New Scientist mi sono imbattuta in una rassegna degli integratori alimentari più in voga nei Paesi industrializzati: vitamine, minerali, acidi grassi, enzimi. Accanto a una breve descrizione di ogni sostanza e del suo ruolo nella fisiologia umana, gli autori elencano i presunti benefici della supplementazione e li vagliano alla luce della letteratura scientifica più aggiornata.
Salvo rare eccezioni, l'esito dell'indagine è che un'alimentazione varia ed equilibrata è sufficiente a garantirci tutti i principi di cui abbiamo bisogno per vivere in salute.
Leggendo l'articolo, mi sono chiesta: come cambiano le cose in gravidanza? Per fornire al nascituro le materie prime necessarie al suo sviluppo, la futura mamma ha bisogno di più ferro, più calcio, più vitamine... L'alimentazione è sufficiente a coprire il mutato fabbisogno? L'integrazione è necessaria? È un optional vantaggioso? Non fa alcuna differenza, oppure può risultare persino dannosa?
Ho intervistato sull'argomento la ginecologa Irene Cetin, che dirige l'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Sacco di Milano e fa parte del comitato scientifico dell'Associazione per lo Studio delle Malformazioni, e ho preparato questa rassegna sugli integratori più usati in gravidanza e la loro effettiva utilità.
Vitamina A
È una vitamina liposolubile, cioè si scioglie nel grasso e, se assunta oltre il fabbisogno, si accumula nel grasso corporeo. È presente in alcuni alimenti di origine animale: latte e latticini, uova, frattaglie, pesce. I suoi precursori, i carotenoidi, si trovano nella frutta e nella verdura di colore giallo-arancione. Svolge un ruolo importante nel processo di differenziazione cellulare dell'embrione. Il quantitativo assunto attraverso l'alimentazione è sufficiente a garantirne il giusto apporto in gravidanza. "Assumere integratori di vitamina A durante l'attesa è fortemente sconsigliato", avverte l'esperta. "Perché l'eccesso è tossico e teratogeno: può indurre malformazioni. Non c'è il rischio di superare la dose massima giornaliera assumendola attraverso il cibo, ma con gli integratori questo pericolo esiste e non va sottovalutato".
Acido folico
Anche l'acido folico, o vitamina B9, ha un ruolo fondamentale nei meccanismi di riproduzione cellulare e dunque nello sviluppo dell'embrione. Si trova principalmente nelle verdure a foglia verde e nei legumi. È l'unico principio la cui supplementazione in gravidanza è fortemente raccomandata a tutte le donne, indipendentemente dal regime alimentare che seguono. "È dimostrato, infatti, che assumere una dose giornaliera di 400 microgrammi di acido folico nel mese precedente il concepimento e nei primi tre mesi di attesa riduce di oltre il 70% il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida e l'anencefalia", spiega Cetin.
Studi recenti evidenziano anche altri possibili benefici, come una riduzione del rischio di malformazioni cardiache e del rischio di basso peso alla nascita.
Calcio
Il fabbisogno materno di calcio aumenta soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, quando si sviluppa l'apparato scheletrico del nascituro. "In questo periodo è opportuno quindi aumentare l'apporto di latte e latticini nella dieta", dice la ginecologa. "Di solito il calcio assunto attraverso gli alimenti è sufficiente a soddisfare le necessità di madre e feto. L'integrazione è necessaria solo in caso di carenza diagnosticata, per esempio in presenza di alcune patologie dell'intestino che ne riducono l'assorbimento".
Vitamina D
Fissa il calcio nelle ossa, dunque anche la vitamina D è necessaria per lo sviluppo dell'apparato scheletrico fetale. Inoltre, è coinvolta nel funzionamento del sistema immunitario e nella regolazione del tono dell'umore. "Un deficit di vitamina D in gravidanza favorisce l'insorgenza della depressione post partum", avverte Irene Cetin.
La nostra pelle sintetizza vitamina D quando è stimolata dalle radiazioni solari. Ecco una delle ragioni per cui passeggiare all'aria aperta fa tanto bene in gravidanza. "Nonostante il nostro sia un Paese dal clima mite e a forte insolazione, però, nei mesi invernali una cospicua parte della popolazione ne è carente", avverte la ginecologa. "La soluzione è esporsi più frequentemente al sole, ma se ciò non è possibile per qualche ragione o se la carenza è grave, il medico curante può raccomandare una supplementazione di vitaina D".
Ferro
Il ferro è uno degli integratori più frequentemente assunti dalle donne in attesa. In gravidanza l'organismo materno si trova in una condizione di anemia para-fisiologica: il volume del sangue aumenta, per consentire l'irrorazione sia della madre che del nascituro, ma non altrettanto aumenta il numero di globuli rossi, che risultano diluiti. Se la concentrazione dell'emoglobina scende sotto gli 11 g/dl, da para-fisiologica l'anemia diventa patologica. "Sulla base dell'esame del sangue, il medico curante può prescrivere un'integrazione di ferro in presenza di anemia", spiega Cetin. "È una condizione abbastanza frequente durante l'attesa, ma non riguarda tutte le future mamme".
Omega 3
Gli acidi grassi omega 3 sono presenti nel pesce, nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle e nelle noci, nell'olio di colza e in quello di lino. In gravidanza favoriscono lo sviluppo cerebrale del nascituro. "Per assumerne in quantità adeguata è sufficiente mangiare pesce una o due volte a settimana", dice l'esperta. "Una supplementazione può giovare, se la dieta ne è povera, ma non è indispensabile".
Iodio
Una carenza di iodio in gravidanza può causare ipotiroidismo, cioè un difetto di funzionamento della tiroide e, di conseguenza, il rischio di danni allo sviluppo cerebrale del nascituro. "Per questa ragione si consiglia a tutte le future mamme di utilizzare in cucina il sale iodato", dice la ginecologa. "Il fabbisogno giornaliero di iodio di un adulto è di 150 microgrammi. In gravidanza sale a 250 microgrammi. Quattro grammi di sale iodato, la quantità assunta in media in un giorno, contengono 120 microgrammi di iodio". Un eccesso di iodio può alterare la funzionalità della tiroide, perciò chi assume sale iodato dovrebbe evitare l'assunzione contemporanea di integratori multivitaminici che contengono anche iodio.
Probiotici
Sono in corso numerose interessanti ricerche sull'utilità dei probiotici per la salute generale e in particolare in gravidanza, ma per il momento non sono stati prodotti risultati definitivi. Non si sa se giovano e non si sa quali giovano.
Salvo rare eccezioni, l'esito dell'indagine è che un'alimentazione varia ed equilibrata è sufficiente a garantirci tutti i principi di cui abbiamo bisogno per vivere in salute.
Leggendo l'articolo, mi sono chiesta: come cambiano le cose in gravidanza? Per fornire al nascituro le materie prime necessarie al suo sviluppo, la futura mamma ha bisogno di più ferro, più calcio, più vitamine... L'alimentazione è sufficiente a coprire il mutato fabbisogno? L'integrazione è necessaria? È un optional vantaggioso? Non fa alcuna differenza, oppure può risultare persino dannosa?
Ho intervistato sull'argomento la ginecologa Irene Cetin, che dirige l'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Sacco di Milano e fa parte del comitato scientifico dell'Associazione per lo Studio delle Malformazioni, e ho preparato questa rassegna sugli integratori più usati in gravidanza e la loro effettiva utilità.
Vitamina A
È una vitamina liposolubile, cioè si scioglie nel grasso e, se assunta oltre il fabbisogno, si accumula nel grasso corporeo. È presente in alcuni alimenti di origine animale: latte e latticini, uova, frattaglie, pesce. I suoi precursori, i carotenoidi, si trovano nella frutta e nella verdura di colore giallo-arancione. Svolge un ruolo importante nel processo di differenziazione cellulare dell'embrione. Il quantitativo assunto attraverso l'alimentazione è sufficiente a garantirne il giusto apporto in gravidanza. "Assumere integratori di vitamina A durante l'attesa è fortemente sconsigliato", avverte l'esperta. "Perché l'eccesso è tossico e teratogeno: può indurre malformazioni. Non c'è il rischio di superare la dose massima giornaliera assumendola attraverso il cibo, ma con gli integratori questo pericolo esiste e non va sottovalutato".
Acido folico
Anche l'acido folico, o vitamina B9, ha un ruolo fondamentale nei meccanismi di riproduzione cellulare e dunque nello sviluppo dell'embrione. Si trova principalmente nelle verdure a foglia verde e nei legumi. È l'unico principio la cui supplementazione in gravidanza è fortemente raccomandata a tutte le donne, indipendentemente dal regime alimentare che seguono. "È dimostrato, infatti, che assumere una dose giornaliera di 400 microgrammi di acido folico nel mese precedente il concepimento e nei primi tre mesi di attesa riduce di oltre il 70% il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida e l'anencefalia", spiega Cetin.
Studi recenti evidenziano anche altri possibili benefici, come una riduzione del rischio di malformazioni cardiache e del rischio di basso peso alla nascita.
RayNata via Wikimedia Commons |
Calcio
Il fabbisogno materno di calcio aumenta soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, quando si sviluppa l'apparato scheletrico del nascituro. "In questo periodo è opportuno quindi aumentare l'apporto di latte e latticini nella dieta", dice la ginecologa. "Di solito il calcio assunto attraverso gli alimenti è sufficiente a soddisfare le necessità di madre e feto. L'integrazione è necessaria solo in caso di carenza diagnosticata, per esempio in presenza di alcune patologie dell'intestino che ne riducono l'assorbimento".
Vitamina D
Fissa il calcio nelle ossa, dunque anche la vitamina D è necessaria per lo sviluppo dell'apparato scheletrico fetale. Inoltre, è coinvolta nel funzionamento del sistema immunitario e nella regolazione del tono dell'umore. "Un deficit di vitamina D in gravidanza favorisce l'insorgenza della depressione post partum", avverte Irene Cetin.
La nostra pelle sintetizza vitamina D quando è stimolata dalle radiazioni solari. Ecco una delle ragioni per cui passeggiare all'aria aperta fa tanto bene in gravidanza. "Nonostante il nostro sia un Paese dal clima mite e a forte insolazione, però, nei mesi invernali una cospicua parte della popolazione ne è carente", avverte la ginecologa. "La soluzione è esporsi più frequentemente al sole, ma se ciò non è possibile per qualche ragione o se la carenza è grave, il medico curante può raccomandare una supplementazione di vitaina D".
Ferro
Il ferro è uno degli integratori più frequentemente assunti dalle donne in attesa. In gravidanza l'organismo materno si trova in una condizione di anemia para-fisiologica: il volume del sangue aumenta, per consentire l'irrorazione sia della madre che del nascituro, ma non altrettanto aumenta il numero di globuli rossi, che risultano diluiti. Se la concentrazione dell'emoglobina scende sotto gli 11 g/dl, da para-fisiologica l'anemia diventa patologica. "Sulla base dell'esame del sangue, il medico curante può prescrivere un'integrazione di ferro in presenza di anemia", spiega Cetin. "È una condizione abbastanza frequente durante l'attesa, ma non riguarda tutte le future mamme".
Øyvind Holmstad via Wikimedia Commons |
Gli acidi grassi omega 3 sono presenti nel pesce, nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle e nelle noci, nell'olio di colza e in quello di lino. In gravidanza favoriscono lo sviluppo cerebrale del nascituro. "Per assumerne in quantità adeguata è sufficiente mangiare pesce una o due volte a settimana", dice l'esperta. "Una supplementazione può giovare, se la dieta ne è povera, ma non è indispensabile".
Iodio
Una carenza di iodio in gravidanza può causare ipotiroidismo, cioè un difetto di funzionamento della tiroide e, di conseguenza, il rischio di danni allo sviluppo cerebrale del nascituro. "Per questa ragione si consiglia a tutte le future mamme di utilizzare in cucina il sale iodato", dice la ginecologa. "Il fabbisogno giornaliero di iodio di un adulto è di 150 microgrammi. In gravidanza sale a 250 microgrammi. Quattro grammi di sale iodato, la quantità assunta in media in un giorno, contengono 120 microgrammi di iodio". Un eccesso di iodio può alterare la funzionalità della tiroide, perciò chi assume sale iodato dovrebbe evitare l'assunzione contemporanea di integratori multivitaminici che contengono anche iodio.
Probiotici
Sono in corso numerose interessanti ricerche sull'utilità dei probiotici per la salute generale e in particolare in gravidanza, ma per il momento non sono stati prodotti risultati definitivi. Non si sa se giovano e non si sa quali giovano.
giovedì 4 settembre 2014
Tbc: un problema da affrontare, ma senza allarmismi
NIAID via Wikimedia Commons |
Nelle ultime ore la stampa italiana è tornata ad occuparsi di tubercolosi, come era già accaduto nel 2011, quando si scoprì che un'infermiera del reparto maternità di un grande ospedale romano era ammalata e più di mille bambini nati in quel reparto furono sottoposti a controlli. Di tbc si parla solo quando c'è un fatto eclatante o una polemica, eppure da decenni gli esperti invitano i responsabili della sanità pubblica a non trascurare il problema e a non abbassare la guardia.
Oggi in Italia la tubercolosi è una malattia rara. "L'incidenza annua è di circa 5.000 casi in tutto il Paese ed è stabile da oltre 10 anni", spiega
Alberto
Villani, responsabile dell'Unità Operativa di Pediatria Generale e
Malattie Infettive dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. "È una malattia di nicchia, che colpisce alcune specifiche categorie a rischio: immigrati in condizioni disagiate, anziani immunodepressi e ammalati di AIDS. Non c'è, dunque, un pericolo grave e immediato per la popolazione generale, in particolare per i bambini, e non c'è ragione di averne paura. Ciò non toglie che la malattia circola ancora in Italia. Il bacillo da noi non è mai scomparso, quindi le autorità sanitarie devono continuare a prestarvi la massima attenzione, soprattutto per contrastare la diffusione dei ceppi di tbc resistenti a uno o più antibiotici".
L'infezione
si trasmette per via aerea, attraverso le minute goccioline di saliva
che si espellono parlando, starnutendo o tossendo. "Ma è necessario un contatto ravvicinato e prolungato con una persona ammalata perché avvenga il contagio", osserva Villani. "Inoltre, sono contagiose solo le persone affette di tubercolosi cavitaria.
I
loro polmoni presentano delle piccole lesioni, all'interno delle
quali i bacilli si annidano e si riproducono, diffondendosi poi
attraverso le vie respiratorie superiori. Non c'è pericolo di trasmissione nei casi in cui il bacillo è presente nell'organismo in forma latente, senza dar luogo alla malattia".
Questa è la differenza tra una persona infettata e una ammalata. Il test di Mantoux, quello più usato per diagnosticare un'infezione tubercolare, evidenzia l'avvenuto contatto dell'organismo con il bacillo. Chi risulta positivo viene avviato a ulteriori controlli per accertare l'eventuale malattia in atto, ma nella maggior parte dei casi è un portatore in forma latente, non contagioso e può essere trattato con profilassi antibiotica per scongiurare l'esordio della malattia. "La stessa malattia è perfettamente curabile se diagnosticata correttamente", aggiunge Villani.
Nell'attuale situazione, in Italia non c'è alcuna ragione di sottoporre al test la popolazione generale, e in particolare i bambini, in assenza di specifiche condizioni di rischio.
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