domenica 27 luglio 2014

Pidocchi!

thejbird via Wikimedia Commons
Dalla primavera all'autunno, quando il clima è mite, i bambini che frequentano una comunità, che sia la scuola, la ludoteca o il centro estivo, sono esposti al rischio di pediculosi. Benché i pidocchi siano fastidiosi ma non rappresentino una grave minaccia alla salute dei bambini, le infestazioni sono fonte di grande preoccupazione e incertezza per le famiglie. C'è molta confusione in rete e nel passaparola su come vada affrontata la pediculosi e quali trattamenti siano realmente efficaci. In commercio si trovano tantissimi rimedi: insetticidi, prodotti per l'igiene, dispositivi medici, estratti naturali e olii essenziali, senza contare gli approcci tradizionali fai da te.
Per dissipare un po' la nebbia, ho cercato nella Cochrane Library (il caposaldo della medicina basata sull'evidenza) una revisione della letteratura scientifica sull'argomento che indicasse dei dati attendibili. Ho scoperto che l'ultima revisione Cochrane sulla pediculosi risale al 2001 ed è stata ritirata perché ormai datata e inadeguata. Una nuova revisione è in corso di elaborazione. Hans van der Wouden, della Vrije Universiteit di Amsterdam, fa parte del gruppo che la sta redigendo. Mi scrive che il testo dovrebbe essere pubblicato nei prossimi sei mesi. Tratterà dell'efficacia e della tollerabilità dei prodotti in commercio, di tecniche come la ricerca di insetti con l'apposito pettinino o l'eliminazione manuale delle uova, dell'opportunità di bonificare l'ambiente domestico quando c'è un bambino che ha i pidocchi, della possibilità di prevenire l'infestazione.
In attesa del testo, mi ha indicato quella che a suo parere è la revisione più completa già pubblicata sull'efficacia dei prodotti anti-pidocchi: un lavoro di Ian Burgess reperibile su Clinical Evidence 2011; 05:1703
Ecco alcune informazioni ricavate dall'articolo di Burgess.

Dennis D. Juranek via Wikimedia Commons


Per diagnosticare la pediculosi occorre trovare un pidocchio vivo. Non è sufficiente osservare le uova, perché quelle non più vitali sono identiche a quelle vitali e possono permanere sui capelli per settimane dopo che i pidocchi sono stati del tutto eradicati. Le uova che non si schiudono entro una settimana dalla deposizione, sono non vitali.

Non è dimostrata alcuna preferenza dei pidocchi per i capelli puliti o per quelli sporchi, né per quelli lunghi o corti. Se i capelli sono lunghi, però, può essere più difficile diagnosticare la pediculosi.

I più comuni prodotti per l'eliminazione dei pidocchi sono:

I piretroidi, molecole sintetiche analoghe alle piretrine, sostanze contenute nei fiori di crisantemo. I più usati nella lotta alla pediculosi sono la permetrina e la fenotrina.

Il malatione, un insetticida organofosfato che attacca il sistema nervoso dei pidocchi.

Il dimeticone, un fluido idrorepellente a base di silicio. La sua azione non è chimica ma fisica: avvolge l'insetto e lo soffoca.

Il miristato di isopropile, che scioglie lo strato ceroso esterno dell'esoscheletro del pidocchio esponendolo alla disidratazione. Anche in questo caso l'azione è fisica e non chimica.

Lo spinosad, una miscela di due tossine di origine batterica che attaccano il sistema nervoso dei pidocchi.

Dagli studi analizzati da Burgess nella sua revisione emerge che:

-Malatione, dimeticone, miristato di isopropile e spinosad sono più efficaci dei piretroidi.
-Il dimeticone è più efficace del malatione.
-I pidocchi possono sviluppare resistenza a questo o a quell'insetticida, rendendolo di fatto inefficace.
-Non c'è alcuna prova che una miscela di principi attivi differenti sia più efficace del singolo principio attivo.

Inoltre, non esistono studi generali sull'efficacia di olii essenziali o estratti naturali, dal momento che i prodotti di questo tipo in commercio hanno le composizioni e le concentrazioni più varie. L'autore ricorda però che diversi olii essenziali possono essere irritanti per il cuoio capelluto o addirittura tossici.

L'eliminazione meccanica dei pidocchi vivi con l'apposito pettinino a denti fitti è più efficace della rimozione delle uova.



sabato 26 luglio 2014

No al resveratrolo in gravidanza

Anagoria via Wikimedia Commons
Il resveratrolo è una molecola con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie contenuta nella buccia degli acini d'uva, nei frutti di bosco e nel cioccolato. Secondo alcuni studi, svolgerebbe un'azione normalizzante dei parametri metabolici e vasodilatatrice, a beneficio della circolazione. Per questa ragione da qualche anno sono disponibili sul mercato e molto diffusi diversi integratori alimentari di resveratrolo.
Un gruppo di ricercatori della Oregon Health & Science University ha scoperto ora che il resveratrolo assunto in gravidanza in dosi farmacologiche (cioè non attraverso il consumo alimentare di uva, frutti di bosco o cioccolata) può interferire con lo sviluppo del pancreas fetale
"Gli autori dello studio, pubblicato sul Federation of American Societies of Experimental Biology Journal, hanno condotto un esperimento su primati non umani in stato di gravidanza, alimentati con una dieta ricca di grassi", spiega Gian Vincenzo Zuccotti, ordinario di pediatria dell'Università di Milano e consulente dell'Associazione per lo Studio delle Malformazioni. "Scopo della ricerca era verificare se il resveratrolo potesse compensare almeno in parte gli effetti negativi sullo sviluppo fetale di un'alimentazione scorretta della futura madre. Stavano cioè indagando su un'eventuale azione positiva della sostanza. Effettivamente, negli animali che hanno ricevuto questa supplementazione è stato osservato un calo ponderale del 30%, una migliore tolleranza allo zucchero, un aumento del flusso sanguigno placentare, ridotta infiammazione placentare e ridotta deposizione di trigliceridi a livello del fegato fetale. Tuttavia, nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche evidenziato come la supplementazione con resveratrolo fosse associata ad un inaspettato incremento (di circa il 42%) del volume globale del pancreas fetale. Per questa ragione sconsigliano l'assunzione di integratori di resveratrolo alle donne in gravidanza. Il risultato è importante ma ancora isolato e sono indispensabili ulteriori osservazioni su modello animale per confermarlo o smentirlo. Nell'attesa, la raccomandazione di evitare gli integratori di resveratrolo in gravidanza è condivisibile. In aggiunta, voglio ricordare che in gravidanza bisogna assumere integratori solo se consigliati dal medico e solo nelle specifiche situazioni in cui si identifichino effettivi benefici e non indiscriminatamente, basandosi sul passaparola".

venerdì 25 luglio 2014

Denti sani anche in vacanza

Chrisbwah via Wikimedia Commons
Sole, mare, gelati e bibite zuccherate, tante gite e poche occasioni per lavare i denti dopo mangiato: le vacanze possono mettere a dura prova la salute dei denti dei più piccoli (e anche dei grandi, in verità).
Ecco alcuni consigli utili per mantenere la bocca sana dall'Istituto Stomatologico Italiano di Milano:

Qualche settimana prima di partire è consigliabile prendere appuntamento con il dentista per una visita di controllo, così da lasciare un margine di tempo per eventuali cure necessarie.

Anche in viaggio portare sempre spazzolino e dentifricio e pulire accuratamente i denti dopo ogni pasto. L'igiene orale non va in vacanza!

Ridurre al minimo il consumo di snack dolci e bibite zuccherate fuori dai pasti: favoriscono la proliferazione batterica. In caso, lavare i denti dopo lo spuntino.

Le variazioni della pressione in cabina durante un viaggio aereo possono provocare fastidio alle orecchie ma anche mal di denti. È un disturbo noto come barodontalgia. Può durare tutto il viaggio ed essere accompagnato da vertigini. Sparisce dopo l'atterraggio. In caso di volo di lunga durata, i genitori possono somministrare al piccolo sofferente del paracetamolo, per dargli sollievo.

Infine, in caso di caduta e rottura di un dentino, è necessario rivolgersi al più presto a un dentista e, possibilmente, recuperare il frammento e conservarlo in soluzione fisiologica. Lo specialista potrebbe eventualmente rimetterlo a posto. Per il dolore, paracetamolo.