Laboratory of Tumor Virus Biology - NIH via Wikimedia Commons |
Il Pap test, o test di Papanicolau, consiste nel prelievo di poche cellule di mucosa del collo dell'utero, con un bastoncino simile a un cotton fioc, e nella successiva analisi al microscopio del campione per evidenziare eventuali mutazioni pretumorali innescate dal Papillomavirus umano.
Il Papillomavirus, o HPV, è riconosciuto come unica causa del cancro al collo dell'utero, ma contrarre l'infezione non è sufficiente per sviluppare il tumore. Se il sistema immunitario non riesce a eliminare il virus e questo persiste a lungo, per anni, nelle cellule della mucosa cervicale, può indurre nel DNA delle stesse cellule delle mutazioni che determinano la loro proliferazione incontrollata.
Il Pap test permette di individuare le lesioni pretumorali con largo anticipo, prima che evolvano in forme invasive, e quindi intervenire per rimuoverle con il minimo danno e il minimo rischio. Si è dimostrato fino ad ora un'arma efficacissima per ridurre drasticamente l'incidenza e la mortalità del tumore della cervice uterina.
Il test per l'HPV, di recente introduzione, si effettua con le stesse modalità, ma il campione di materiale biologico non viene osservato al microscopio alla ricerca di mutazioni. Viene analizzato automaticamente da una macchina che identifica nelle cellule l'eventuale presenza di DNA virale dei ceppi ad alto rischio tumorale del Papillomavirus. L'esame serve dunque a diagnosticare l'infezione in corso e solo le infezioni imputabili a un ceppo potenzialmente cancerogeno.
Chi riceve una diagnosi negativa non ha nulla da temere, perché in assenza del virus non può sviluppare lesioni, dunque non deve sottoporsi a Pap test e può aspettare cinque anni prima di ripetere il test per l'HPV.
Il risultato positivo non equivale a una diagnosi di lesione tumorale o pretumorale, ma segnala una condizione di rischio. Chi riceve una diagnosi di infezione in corso deve sottoporsi a Pap test, per verificare che il virus non abbia fatto danni. Se il Pap test è negativo, viene chiamata a ripetere ogni anno HPV e Pap test fino a quando il test per il virus non torna a risultare negativo, segno che il sistema immunitario si è sbarazzato dell'HPV.
La nuova routine consente di allungare l'intervallo tra un esame e l'altro da tre a cinque anni per le donne che hanno esito negativo e di identificare con maggiore anticipo i casi a rischio per seguirli con più attenzione. L'importante è sapere che la positività al test HPV non è una diagnosi di malattia e neppure implica necessariamente la successiva insorgenza della malattia. L'evoluzione da Papillomavirus a tumore è comunque un'eventualità rara, che può essere arrestata proprio grazie a un controllo attento.
Il passaggio dallo screening con Pap test al nuovo screening con HPV test riguarda solo le donne sopra i 30 anni. Quelle di età complresa tra i 25 e i 29 anni continueranno a essere invitate a fare il Pap test ogni tre anni. Nella loro fascia d'età, infatti, le infezioni da HPV sono più frequenti e nella maggioranza dei casi si risolvono spontaneamente in pochi mesi senza alcuna conseguenza.
Io però sapevo che l'HPV era la causa nella maggior parte dei casi di cancro al collo dell'utero ma non tutti, dicono circa il 90%. Hai referenze?
RispondiEliminaEcco qui: http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol90/mono90.pdf
EliminaA pagina 183 l'infezione da HPV viene definita condizione necessaria per il cancro della cervice uterina
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