mercoledì 25 giugno 2014

Malattie autoimmuni: un'epidemia da combattere fin dal concepimento

Negli ultimi settant'anni gli epidemiologi hanno registrato un aumento repentino e progressivo deill'incidenza di alcune malattie non trasmissibili: asma, eczema e malattie allergiche, diabete di tipo 1, sclerosi multipla, malattie infiammatorie croniche dell'intestino, disturbi neurologici a insorgenza infantile. Che cos'hanno in comune queste patologie apparentemente tanto diverse tra loro?
"Sono tutte malattie autoimmuni, cioè dovute a un malfunzionamento del sistema immunitario che attacca per errore i tessuti del proprio organismo", spiega Hans Bisgaard, pediatra dell'Universitá di Copenaghen che ha organizzato un seminario sull'argomento nell'ambito dell"Euroscience Open Forum 2014, in corso a Copenaghen. "La situazione è preoccupante: le malattie autoimmuni, un tempo rare, oggi sono sempre più comuni e sempre più si sta abbassando l'età del loro esordio. Ci chiediamo quali fattori sono responsabili del fenomeno e come possiamo intervenire per arginare questa tendenza?"

Programmazione prenatale

Numerose evidenze legano l'insorgenza delle malattie autoimmuni allo sviluppo prenatale e ai primi mesi di vita del bambino. "Sono patologie multifattoriali, che dipendono dall'interazione tra fattori genetici e fattori ambientali", osserva Harald Renz, microbiologo dell'Università di Marburgo, intervenuto al seminario. "I fattori ambientali che influiscono maggiormente sono quelli che agiscono durante la maturazione del sistema immunitario dell'individuo: durante la sua gestazione. Nei nove mesi di gravidanza, le cellule del sistema immunitario materno entrano in contatto con quelle fetali. I due sistemi dialogano. In questa fase avviene quella che gli specialisti chiamano programmazione fetale epigenetica: l'ambiente uterino modula l'espressione dei geni del nascituro attivandone alcuni e silenziandone altri durante il suo sviluppo, rinforzando una predisposizione genetica o al contrario attenuandola. I fattori che influiscono in questo processo sono l'età della madre e le sue condizioni di salute al concepimento, la sua alimentazione, la presenza nel suo organismo di tossine derivate dal fumo di tabacco, dalll'alcool o dall'inquinamento ambientale, lo stress, che determina la produzione di molecole infiammatorie in grado di superare la barriera della placenta, la composizione della flora batterica materna. Non a caso uno dei fattori di rischio noti per l'insorgenza di malattie allergiche è la nascita mediante cesareo. Con questa modalità di parto, il bambino non entra in contatto con la flora batterica vaginale materna e non ne viene colonizzato, col risultato che la sua flora batterica intestinale anche a distanza di mesi è più povera rispetto a quella dei bimbi nati con parto vaginale. E la flora batterica ha un ruolo determinante nel modulare la tolleranza del sistema immunitario".

Combattere l'infiammazione

Particolarmente importanti sono lo stato di salute e l'alimentazione materna prima del concepimento e in gravidanza. "È in aumento nei Paesi industrializzati la percentuale di donne che intraprendono la gravidanza in forte sovrappeso o in condizioni di franca obesitá", dice Susan Prescott, pediatra della University of Western Australia. "Sicuramente questa tendenza è uno dei fattori responsabili dell'aumento deill'incidenza di malattie autoimmuni tra i bambini e i giovani. L'obesità induce nell'organismo materno uno stato di infiammazione cronica che influisce negativamente sullo sviluppo del nascituro e ne condiziona la salute futura. L'infiammazione ha un ruolo fondamentale nel funzionamento del sistema immunitario. È il meccanismo che media l'attività delle cellule immunitarie responsabili delle malattie autoimmuni".
Che cosa può fare dunque la futura mamma per offrire al nascituro un ambiente ottimale per lo sviluppo e proteggerlo dalle malattie autoimmuni?
"Affrontare la gravidanza possibilmente in condizioni ottimali di peso", risponde Susan Prescott. "Contenere l'apporto di grassi, zuccheri e sale nell'alimentazione, consumare molte fibre per mantenere la flora batterica ricca e varia, condurre una vita attiva, possibilmente all'aria aperta, per ossigenare i tessuti e stimolare la circolazione sanguigna, non fumare, non bere alcolici, se possibile evitare gli ambienti fortemente inquinati e, infine, evitare le fonti di stress, perché lo stress materno è nocivo per il nascituro fin dal concepimento. Le stesse raccomandazioni sono valide in seguito per l'alimentazione e lo stile di vita del bambino".






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