martedì 23 settembre 2014

Alcol in gravidanza: perché no

Il manifesto della campagna Too Young To Drink, per il 9 settembre scorso
Il 9 settembre scorso è stata celebrata la Giornata mondiale di sensibilizzazione sulla sindrome feto-alcolica, cioè sui danni che il consumo di alcol in gravidanza può fare al nascituro. Il 20 ottobre prossimo si terrà a Roma il terzo convegno europeo sull'argomento. A cavallo tra queste due scadenze, ricordiamo un po' di fatti e di dati sul FASD, il fetal alcohol spectrum disorder.

  • L'alcol bevuto dalla gestante attraversa la placenta e raggiunge il feto nella stessa concentrazione presente nel sangue materno, con la differenza che il nascituro non possiede gli enzimi che permettono di metabolizzarlo, cioè di scinderlo in molecole non dannose. Tutto l'alcol assorbito dall'organismo fetale raggiunge il suo cervello e altri tessuti e organi in via di sviluppo. 
  • Cervello, cuore, apparato scheletrico e altri organi vitali prendono forma nei primi 15 giorni dal concepimento, quando è maggiore la probabilità che la futura mamma non sappia di essere incinta. È questa la fase in cui l'assunzione di alcol può fare più danni. Ecco perché gli esperti raccomandano alle donne che stanno tentando di concepire di non assumere alcol in via precauzionale.
  • Si parla di spettro dei disordini feto-alcolici perché le conseguenze dell'esposizione all'alcol nella vita intrauterina possono essere diverse per natura e gravità: difetti fisici, soprattutto malformazioni cranio-facciali, rallentamenti di crescita, parti prematuri, alterazioni dello sviluppo neurologico con ritardo mentale, disturbi dell'apprendimento e problemi comportamentali.
  •  Il consumo medio di 3 o più bicchieri al giorno di birra o vino aumenta anche il rischio di aborto spontaneo, soprattutto nel secondo trimestre di attesa.
  • Si calcola che nel mondo circa 70 milioni di persone, l'1% della popolazione, soffra delle conseguenze dell'esposizione all'alcol in utero, anche se non è facile fare un conto preciso, dal momento che le manifestazioni della sindrome feto-alcolica talvolta sono molto sfumate.
  • Gli effetti dell'esposizione all'alcol sono proporzionali alla quantità di alcol assunto, alla continuità dell'assunzione e variano a seconda della fase della gravidanza in cui avviene l'assunzione. 
  • Poiché non è stata individuata una soglia minima di sicurezza dell'assunzione degli alcolici e poiché il rischio di sindrome feto-alcolica è prevenibile al 100% rinunciando del tutto agli alcolici in gravidanza, gli specialisti raccomandano l'astensione assoluta durante i tentativi di concepimento, la gravidanza e l'allattamento al seno.



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