Andreas Bohnenstengel via Wikimedia Commons |
Le risposte al questionario hanno evidenziato che gli uomini sono scarsamente informati sui rischi che derivano da obesità, fumo ed esposizione a sostanze tossiche prima del concepimento.
Il 45% degli aspiranti padri coinvolti nell'indagine ha riferito di essere obeso o in sovrappeso, un fattore di rischio per l'alterazione del DNA fetale coinvolto nelle prime fasi della crescita embrionale. Il 34% degli intervistati, inoltre, dichiara di fumare, nonostante il fumo di sigaretta abbia effetti inibitori sulla fertilità maschile e aumenti il rischio di malformazioni congenite cardiache, anorettali e delle vie genito-urinarie. I figli di padri che fumavano prima del concepimento corrono un rischio di sviluppare la leucemia linfoblastica acuta infantile superiore del 25% rispetto ai figli dei papà che non fumavano. La percentuale sale al 44% se il numero delle sigarette fumate superava le 20 al giorno.
C'è poi il capitolo dei rischi professionali: l'esposizione prolungata a pesticidi, piombo, gas di scarico, vernici professionali, solventi organici e prodotti usati nelle lavanderie a secco aumentano il rischio di malformazioni, tumori infantili e sottopeso alla nascita. I lavoratori più a rischio sono cuochi, giardinieri, addetti alle pulizie e impiegati del settore agricolo. Dal sondaggio risulta che il 22% degli aspiranti padri è esposto a questo genere di rischi.
Infine, il capitolo farmaci: alcuni principi attivi, contenuti in antinfiammatori, antipertensivi, antipsicotici o in medicine per la cura di problemi gastrici, possono accrescere del 50% il rischio di complicanze della gravidanza e di difetti congeniti.
Come accade anche per le aspiranti e future mamme, su alcuni fattori di rischio si può intervenire, limitandoli, su altri no. L'importante è esserne informati e rivolgersi al proprio medico curante per valutare la situazione e adottare tutti i possibili accorgimenti.
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