martedì 21 ottobre 2014

La stagione delle infezioni

Noam, Jemima & Lila via Wikimedia Commons
Le scuole hanno riaperto da un mese e ci sono bambini che hanno già iniziato a collezionare assenze per le infezioni ricorrenti. A fine estate ne ho parlato qui.
Tosse, asma, respiro sibilante, rinite e febbre sono i sintomi più comuni delle infezioni che per alcuni si susseguono a ritmo serrato per tutto l'anno scolastico. Più vulnerabili sono i piccoli, che stanno ancora sviluppando le loro competenze immunitarie, ma in generale sono esposti al rischio tutti i bimbi che fanno vita di comunità in un luogo chiuso e scambiano con i coetanei virus e batteri.
Fattori che contribuiscono al rischio di infezioni ricorrenti sono muffe e acari nei locali di scuole e asili, che favoriscono le infiammazioni respiratorie, e la minore esposizione al sole, dunque la minore produzione di vitamina D, che ha un ruolo importante nella risposta immunitaria.
"Qualcosa si può e si deve fare per aiutare questi piccoli", osserva Giorgio Piacentini, responsabile dell'Unità operativa semplice di Broncopneumologia della Cinica Pediatrica dell'Università di Verona. "In primo luogo, non è giusto privare i bimbi della loro vita sociale tenendoli a casa se non è necessario, ma quando sono ammalati bisogna aspettare la completa guarigione prima del rientro a scuola, nell'interesse loro e dei compagni".
A casa, bisogna rimuovere dall'ambiente domestico muffe e polvere e combattere gli acari rivestendo cuscini, materassi e imbottiture con le apposite fodere, proteggere i bambini dal fumo di seconda e terza mano, curare la loro alimentazione per prevenire obesità e sovrappeso, che hanno effetti negativi sul sistema respiratorio. L'attività fisica non è controindicata in presenza di infezioni ricorrenti. Al contrario, giova alla salute generale. L'importante è scegliere l'attività giusta, chiedendo consiglio al pediatra.
Talvolta, se il pediatra lo reputa opportuno, si può integrare l'alimentazione con un'aggiunta di vitamina D. "Infine, in alcuni casi caratterizzati da asma persistente e respiro sibilante, il medico può prescrivere al piccolo paziente una terapia di supporto a lungo termine a base di corticosteroidi per via inalatoria e antileucotrienici", conclude Renato Cutrera, responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Broncopneumologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

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