venerdì 11 aprile 2014

Fecondazione eterologa: adesso che cosa succederà?

Sono passati appena quattro giorni dal pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato nullo il divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40/2004. "Appena quattro giorni e già centinaia di coppie in tutta Italia hanno contattato i centri di PMA per chiedere informazioni, per sapere quando l'eterologa sarà concretamente accessibile anche nel nostro Paese. Alcuni stavano già progettando il viaggio all'estero e ora chiedono consiglio: partire o disfare i bagagli e aspettare?", dice la biologa Laura Rienzi, direttore del Laboratorio di Embriologia, Andrologia e Crioconservazione dei centri GENERA e presidente della Società Italiana di Embriologia Riproduzione e Ricerca.
Che cosa rispondono gli specialisti a queste coppie? L'ho chiesto agli esperti intervenuti a Roma al convegno "Fertility Forum Living Innovation", organizzato dalla Merck Serono



By File photo, Canwest News Service [Public domain], via Wikimedia Commons



"Dal punto di vista tecnico in Italia siamo pronti per partire immediatamente con l'applicazione della fecondazione eterologa", dice Rienzi. "I nostri centri aderiscono alla normativa europea in materia, che stabilisce a quali controlli sottoporre i donatori, in che modo acquisire i dati necessari sulle loro condizioni di salute pur senza violarne l'anonimato, come trattare i gameti donati. Siamo in grado di garantire la massima tutela per tutte le parti coinvolte: coppie, donatori ed embrioni. Oggi chi va all'estero per sottoporsi a questo tipo di trattamento può rivolgersi a un centro di alta qualità, in un Paese che aderisca alla stessa normativa, come la Spagna, e avrà le stesse tutele. Ma i costi sono elevati e tanti non possono permettersi di pagarli. Allora scelgono altri Paesi, dove il trattamento è molto più economico, ma le condizioni di sicurezza lasciano a desiderare. Stimiamo che nei dieci anni di applicazione della legge 40 circa 4.000 coppie all'anno abbiano fatto ricorso all'eterologa all'estero. Qui in Italia le coppie avranno elevati standard di qualità a costi molto più bassi rispetto a una trasferta all'estero".
Che cosa manca per iniziare? "Mancano le linee guida operative che ora il Ministero dovrà elaborare per gestire le donazioni nel nostro Paese", risponde il ginecologo Andrea Borini, direttore di Tecnobios Procreazione e presidente della Società Italiana di Fertilità e Sterilità. "Per esempio, bisognerà creare delle banche di gameti crioconservati. Bisognerà anche decidere se utilizzare a fini di donazione i numerosi gameti crioconservati che abbiamo già oggi in Italia. Le donne che dopo una stimolazione ovarica hanno deciso di conservare gli ovociti non utilizzati possono donarli? A quali condizioni? Possiamo chiedere alle donne che si sottopongono oggi a un ciclo di stimolazione se vogliono donare parte dei propri ovociti? Dobbiamo sapere come regolarci per cominciare a lavorare. Certamente passerà un po' di tempo prima che l'eterologa sia concretamente accessibile da noi. Quindi alle coppie che chiedono un consiglio io dico: se avete già intrapreso un percorso medico con un centro di vostra fiducia all'estero e siete in procinto di partire, partite e non aspettate. Se invece avete appena intrapreso il percorso, considerate la prospettiva di fare l'intervento in Italia".

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